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La raccolta dei kiwi nell’agro pontino è terminata già da qualche settimana. E noi, naturalmente, non abbiamo perso tempo per la nostra 41°Parallelo, sempre più apprezzata e ricercata. Una birra che nasce nel 2013 e che parte dall’idea di volerci legare intimamente al nostro territorio. La denominazione ‘Kiwi Latina’, infatti, è stata iscritta quale indicazione geografica protetta nel registro delle Indicazioni geografiche protette (I.G.P.). Fu nel 1971 a San felice Circeo che sorse il primo impianto sperimentale, fino alla certificazione IGP, arrivata nel 2004. Secondo quanto riportato da ‘Campagna Amica’, ad oggi, “gli ettari coltivati a kiwi nel Lazio sono circa novemila”, a tal punto che l’area dell’Agro Pontino è stata soprannominata ‘piccola Nuova Zelanda’. In realtà, nella nostra pianura si produce più che nel paese del Pacifico, contribuendo in modo decisivo a rendere l’Italia il primo produttore mondiale del frutto. Alla Nuova Zelanda ci lega quindi non solo il frutto, ma quel 41° parallelo che da il nome alla nostra farmhouse ale.

Nella birra non cerchiamo di esaltare la presenza del kiwi in sé, ma di esaltarne le caratteristiche, come quella sensazione di acidità tipica del frutto. Per intenderci, non siamo partiti per fare una ‘spremuta di kiwi’, ma di dar vita ad una birra molto bevibile e leggermente fruttata. A tal proposito abbiamo scelto il Pils come malto, mentre è sui lieviti che abbiamo voluto giocare e sperimentare. Utilizzando per tutte le nostre birre dei lieviti liquidi (White Labs), per la 41°, o K41 se preferite, abbiamo scelto dei blend spontanei americani, contenenti una piccola percentuale di brettanomiceti. Una miscela dal sapore complesso che potesse garantire un modesto livello di acidità. Un lievito, che stando alle note del produttore, può essere tranquillamente utilizzato per “farmhouse ales, Saisons e altre tipologie di birra belga”. A chiudere il cerchio, luppoli classici americani.

Nata come birra sperimentale, la K41 è oggi parte della nostra identità e quando qualcuno di voi la etichettata come lo ‘champagnino del Pontino’, non può far altro che piacere. Così come quando a Latina altri appassionati la associano ai ricordi olfattivi del moscato di Terracina. Siamo lontani dal vino, ma abbiamo comunque pensato di mettere a riposo la nostra K41 in botte per circa sei mesi. Il risultato è tutto da bere!