Brassare una birra è un’arte. L’arte di scegliere gli ingredienti migliori: malti, luppoli, lieviti. Mixarli nella giusta dose e alle giuste temperature in attesa che il processo di fermentazione prenda il via e i gorgoglii si propaghino nei silenzi delle celle frigorifere e ai confini dei maturatori. Ingredienti dalle coste del pacifico, dalle terre agricole nord europee e il lavoro in birrificio per regalarci e regalarvi birre artigianali pronte ad esplodere in tutto il loro aroma globale. È questa l’arte che promuoviamo ogni giorno. Accompagnata dai vostri sorrisi e dalla nostra soddisfazione nel vedervi bere.

Sulla domanda cosa sia l’arte, beh, si sono spesi in tanti per lungo tempo e non abbiamo noi la presunzione di mettere la parola fine. A noi piace pensare che l’arte sia la semplice attività umana che colpisce e stravolge i sensi di chi ne fruisce. E al di là di pensieri e parole, crediamo fermamente nella promozione dell’arte. Nel nostro piccolo abbiamo avviato collaborazioni che qui vi raccontiamo anche per dare voce agli spazi e le persone che promuovono altre forme d’arte. Tra l’autunno dello scorso anno e i primi di febbraio abbiamo scaldato l’atmosfera con le nostre birre per due mostre organizzate da Fondazione Pastificio Cerere. Il primo aprile prossimo brinderemo alle opere di Remi Rough, presso la Wunderkammern Gallery. A Latina, invece, siamo stati piacevolmente invitati da Tech Startup City a presenziare a uno dei loro incontri, dove giovani startupper pontini hanno presentato le loro idee a base di innovazione e tecnologia. Con le nostre birre a veicolare il flusso di idee e incontri.

Questo perché, come vi abbiamo sempre sottolineato, anche il Birrificio Pontino vuole essere un luogo di incontro e di scambio, dove la taproom è intesa anche come spazio creativo ed espositivo a disposizione per le vostre idee. Recentemente, ad esempio, il Professor Antonio Parlapiano ha tenuto una delle sue masterclass all’interno del progetto ‘The Jerry Thomas Educational’.

Per informazioni basta compilare il form nella pagina contatti. Altrimenti, se preferite, vi aspettiamo in taproom. Cheers!

La raccolta dei kiwi nell’agro pontino è terminata già da qualche settimana. E noi, naturalmente, non abbiamo perso tempo per la nostra 41°Parallelo, sempre più apprezzata e ricercata. Una birra che nasce nel 2013 e che parte dall’idea di volerci legare intimamente al nostro territorio. La denominazione ‘Kiwi Latina’, infatti, è stata iscritta quale indicazione geografica protetta nel registro delle Indicazioni geografiche protette (I.G.P.). Fu nel 1971 a San felice Circeo che sorse il primo impianto sperimentale, fino alla certificazione IGP, arrivata nel 2004. Secondo quanto riportato da ‘Campagna Amica’, ad oggi, “gli ettari coltivati a kiwi nel Lazio sono circa novemila”, a tal punto che l’area dell’Agro Pontino è stata soprannominata ‘piccola Nuova Zelanda’. In realtà, nella nostra pianura si produce più che nel paese del Pacifico, contribuendo in modo decisivo a rendere l’Italia il primo produttore mondiale del frutto. Alla Nuova Zelanda ci lega quindi non solo il frutto, ma quel 41° parallelo che da il nome alla nostra farmhouse ale.

Nella birra non cerchiamo di esaltare la presenza del kiwi in sé, ma di esaltarne le caratteristiche, come quella sensazione di acidità tipica del frutto. Per intenderci, non siamo partiti per fare una ‘spremuta di kiwi’, ma di dar vita ad una birra molto bevibile e leggermente fruttata. A tal proposito abbiamo scelto il Pils come malto, mentre è sui lieviti che abbiamo voluto giocare e sperimentare. Utilizzando per tutte le nostre birre dei lieviti liquidi (White Labs), per la 41°, o K41 se preferite, abbiamo scelto dei blend spontanei americani, contenenti una piccola percentuale di brettanomiceti. Una miscela dal sapore complesso che potesse garantire un modesto livello di acidità. Un lievito, che stando alle note del produttore, può essere tranquillamente utilizzato per “farmhouse ales, Saisons e altre tipologie di birra belga”. A chiudere il cerchio, luppoli classici americani.

Nata come birra sperimentale, la K41 è oggi parte della nostra identità e quando qualcuno di voi la etichettata come lo ‘champagnino del Pontino’, non può far altro che piacere. Così come quando a Latina altri appassionati la associano ai ricordi olfattivi del moscato di Terracina. Siamo lontani dal vino, ma abbiamo comunque pensato di mettere a riposo la nostra K41 in botte per circa sei mesi. Il risultato è tutto da bere!

Ve l’avevamo detto o no che il 2017 sarebbe stato un anno ricco di idee e foriero di nuove idee e iniziative?

A gennaio abbiamo raggiunto la centesima cotta da quando ci siamo trasferiti, la prima del 2017. Non poteva che essere festeggiata con la nostra prima nata: Runner Ale, al suo quinto anno, dinamica e a tavoletta più che mai. Il primo lotto di quest’anno è una Runner da anniversario che qui vi raccontiamo e che troverete in anteprima a Rimini in occasione di Beer Attraction. Una Runner Ale Anniversary che per alcuni aspetti è tornata alle origini grazie ai malti della Crisp Malting, master maltsters dal 1870. Mutuando le tecniche delle New England IPA, abbiamo pensato ad un dryhopping in fermentazione attiva per far esplodere i sentori fruttati del luppolo. La classica luppolatura, effettuata durante la maturazione è stata rafforzata dalla compressione per accentuare l’estrazione degli olii aromatici. Il risultato è una Runner leggermente più torbida rispetto al solito. Una bomba di agrume e melone come compagna sulla strada.

Buon anniversario a voi e mi raccomando, “come vostro avvocato vi consiglio di andare a tavoletta”.

 

In occasione di Beer Attraction 2017 – fiera internazionale dedicata a specialità birrarie, birre artigianali food e tecnologia – il Birrificio Pontino presenta BARBANERA, una tropical stout che prende origine nel Mar dei Caraibi.

SCHEDA TECNICA

BARBANERA
(TROPICAL STOUT)

Rokovoko, un’isola lontanissima a sud-ovest. Non è segnata in nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai” Herman Melville

BarbaNera è una tropical stout nel pieno rispetto dello stile. Con una buona dose di malto di frumento, si presenta soffice alle labbra, rotonda al palato e secca come il diavolo. Nel calderone anche zucchero di canna biologico importato direttamente dai tropici e in particolare da Cuba, con marchio ‘Fair Trade’. Oltre ad alzare i livelli alcolici fino ai sette gradi, lo zucchero di canna dona a questa birra nera e dalla schiuma soffice, compatta e persistente, sentori di spezie e una leggerissima nota di affumicatura. I profumi del malto vengono accompagnati da una extra luppolatura di equinox per richiamare quelle note tropicali che ci porteranno nella Cuba piratesca del XVIII secolo.

Alc. 7%
IBU: 35
Colore: nero
EBC: 65
Disponibilità: POLYKEG 24lt

Cenni storici
Qualche anno fa le tropical stout venivano identificate come ‘Foreign Extra Stout’ (FES), e descritte come più dolci e asciutte delle tipiche stout. A tracciare lo stile fu la Guinness nel 1801 e oggi, in diverse zone del globo, le tropical stout sono delle birre pale ale cui si aggiunge un particolare sciroppo scuro prodotto in Irlanda proprio da Guinness. Ma questa non è stata la nostra scelta e non è neanche quella tipica dello stile. Le tropical stout brassate oggi nei caraibi sono birre che si richiamano alle FES, ma con la sapienza di ingredienti e metodologie tipiche del proprio territorio. Se il nostro sapere nasce a Latina e si confonde col villaggio globale, per la BarbaNera abbiamo pensato di regalarvi un viaggio nella Cuba del XVIII secolo, attraverso l’utilizzo di zucchero di canna biologico ‘Hecho en Cuba’, con certificazione ‘Fair Trade’. Un viaggio che ci porta in acque calde e tempestose che hanno visto fronteggiarsi con violenza e crudeltà i pirati dei Caraibi e le flotte navali militari di Spagna, Francia e Regno Unito. Barbanera fu capo e pirata incontrastato del Mar dei Caraibi tra il 1716 e il 1718, ovvero nel periodo che gli storici ricordano come la ‘Golden Age’ della pirateria.

Per l’occasione abbiamo ridato vita a BARBANERA e la sua ciurmaglia raccontando una storia a puntate che potrete trovare qui o sulla nostra pagina Facebook #PontinoStory

Per informazioni commerciali, questi i contatti.